“Born in the U.S.A.” – Bruce Springsteen, 1984

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Le elezioni statunitensi sono state più combattute del previsto, e la prospettiva di un’“Onda blu” si è in gran parte dissolta. Il mercato ha forse sopravvalutato le chance dei Democratici ed il conseguente stimolo fiscale, ma l’attenuarsi dell’incertezza via via che l’ex vicepresidente Joe Biden si avvicinava alla vittoria e la prospettiva di aliquote stabili per le imposte sulle società e sulle plusvalenze di capitale sono stati accolti favorevolmente dai mercati degli asset rischiosi. In prospettiva, gli asset orientati alla crescita potranno beneficiare di importanti fattori di supporto, negli Stati Uniti e nel resto del mondo, se gli attuali risultati saranno mantenuti. Gli ultimi dati sulla disoccupazione confermano ciò che abbiamo visto nei nostri indicatori: una forte ripresa della crescita negli Stati Uniti. Le recenti notizie positive su un vaccino per il coronavirus sono incoraggianti, ma i nuovi casi di COVID-19 continuano ad aumentare, specialmente negli Stati Uniti.


Born in the U.S.A.

Bruce Springsteen, 1984





Quali sono le prospettive?

Impatto politico di una presidenza Biden e di un Congresso diviso

Nonostante le forti aspettative su un’“Onda blu” democratica che avrebbe portato Biden alla presidenza, capovolto la maggioranza al Senato e conferito ai Democratici il mandato per importanti riforme, il voto della scorsa settimana ha condotto ad uno snervante testa a testa. Biden ha superato la soglia dei 270 voti del collegio elettorale solo sabato, dopo avere consolidato il proprio vantaggio in Pennsylvania. Tuttavia, il controllo del Senato rimane incerto, poiché l’assegnazione dei due seggi della Georgia sarà decisa con un ballottaggio a gennaio. È comunque probabile che i Repubblicani possano contare su almeno 50 seggi, e ci sono buone probabilità che il ballottaggio in Georgia consenta loro di mantenere la maggioranza.

L’impatto politico di questo probabile risultato – una presidenza Biden e un Congresso diviso – potrebbe essere piuttosto positivo per i mercati. Senza la maggioranza al Senato, è molto difficile che i Democratici possano attuare alcuni punti chiave del loro programma politico, come l’aumento delle aliquote delle imposte sulle società e sulle plusvalenze di capitale. Analogamente, è probabile che la riforma del sistema sanitario od altre importanti misure di spesa pubblica, come un Green New Deal, non trovino un supporto sufficiente nel nuovo Congresso. Anche uno stimolo fiscale sostanziale, come il pacchetto da 2.000 miliardi di Dollari già approvato dai Democratici della Camera dei Deputati, appare improbabile, anche se i Repubblicani del Senato sembrano aperti ad uno stimolo fiscale di minore entità (attorno ai 1.000 miliardi di Dollari) nel corso dell’anno. Nel complesso, non ci aspettiamo cambiamenti sostanziali delle politiche interne, in assenza di un nuovo stallo dell’economia statunitense indotto dal coronavirus.

Allo stesso tempo, è probabile che la politica estera sostenga i mercati finanziari. Sebbene i Democratici condividano alcuni punti di vista protezionistici dell’amministrazione Trump, ci aspettiamo una normalizzazione delle politiche commerciali, se non un ritorno al loro corso pre-Trump. Quindi, anche se la guerra commerciale (in particolare con la Cina) potrebbe non essere finita, su questo fronte ci aspettiamo un allentamento che dovrebbe contribuire a supportare il commercio mondiale e la crescita degli utili societari. Inoltre, non prevediamo che la politica commerciale rappresenterà una fonte di rischio legato a notizie negative, come è accaduto negli ultimi anni, quando un tweet poteva destabilizzare mercati. Ciò dovrebbe creare un contesto meno volatile per i mercati nel loro complesso, e forse attenuare la riluttanza degli investitori ad assumere un maggiore livello di rischio.

Un contesto favorevole nel medio termine

A nostro avviso, il risultato delle elezioni statunitensi appare nel complesso piuttosto positivo per i mercati in una prospettiva di medio termine. Temevamo che il mercato fosse eccessivamente ottimistico riguardo allo stimolo fiscale indotto da un’Onda blu, e che quindi avrebbe potuto essere deluso da un risultato diviso. Tuttavia, la reazione dei mercati suggerisce per ora che l’esito del voto continua ad essere considerato come piuttosto favorevole. Le azioni hanno registrato forti rialzi, mentre il rendimento delle obbligazioni statunitensi a 10 anni è sceso sotto il picco pre-elettorale sulla scia del ridimensionamento delle aspettative degli investitori riguardo all’entità dello stimolo fiscale. L’attenuazione dell’incertezza è evidente anche nell’andamento dell’indice VIX, che ha registrato una flessione del 35%, scendendo dai 38 punti pre-voto ai 25 punti di venerdì, prima che Biden fosse dichiarato Presidente eletto. L’attuale contesto caratterizzato da rendimenti stabili, da una minore incertezza geopolitica e da pressioni al rialzo sugli utili appare favorevole ad una maggiore esposizione al rischio. Gli asset dei mercati emergenti dovrebbero essere ben supportati grazie ad una normalizzazione della politica commerciale ma anche al deprezzamento del Dollaro statunitense legato alla minore incertezza. In effetti, dal 3 novembre il Dollaro ha ceduto il 2,5% contro un ampio paniere di valute emergenti. Questa dinamica dovrebbe continuare a sostenere gli afflussi verso il debito e le azioni dei mercati emergenti.

Anche la ripresa dell’economia statunitense fa ben sperare per il contesto di crescita globale. I nostri Nowcaster e Newscaster sulla crescita statunitense segnalano entrambi una ripresa solida e finora persistente negli Stati Uniti, nonostante i consumi (durevoli e non) restino frenati. Il rapporto sul mercato del lavoro pubblicato venerdì rappresenta un ulteriore elemento di supporto, con un tasso di disoccupazione sceso al 6,9% a fronte di una previsione di consenso del 7,6%. I settori non agricoli hanno creato 638.000 nuovi posti di lavoro, contro i 580.000 previsti. Un aspetto degno di nota è che i settori alberghiero e dei servizi alimentari hanno fornito il contributo più importante all’aumento degli occupati, seguiti dal commercio al dettaglio, con una netta inversione dei trend post-COVID. Inoltre, nel mese di ottobre il 70% dei settori ha creato nuovi posti di lavoro (e la percentuale è persino superiore se si esclude il settore pubblico controciclico, che ha registrato il calo più importante di occupati), il che indica l’ampiezza della ripresa dell’occupazione. La crescita occupazionale dovrebbe alimentare i consumi, poiché le famiglie cominciano a sentire di poter contare nuovamente su una base solida.

I casi di coronavirus sono in forte aumento, ma le prospettive sul fronte dei vaccini sono incoraggianti

Tuttavia, nel breve termine il quadro appare meno roseo a causa del continuo aumento dei contagi da coronavirus. In molti paesi europei i nuovi casi hanno superato ampiamente i massimi di marzo ed aprile, ed anche il numero di morti si sta avvicinando ai picchi dei mesi scorsi. I governi europei hanno adottato misure restrittive, e le prossime settimane saranno cruciali per valutare se occorreranno nuove strette. Anche gli Stati Uniti sono entrati in una terza fase di aumento dei contagi, con un incremento del 25% della media mobile a sette giorni dei nuovi casi nella giornata di venerdì. Finora, gli Stati che hanno maggiormente contribuito alla crescita dei contagi sono stati, fra gli altri, l’Illinois, il Minnesota, il Michigan e l’Ohio, che rappresentano complessivamente il 12% circa del PIL statunitense. Tuttavia, il Texas (9% del PIL statunitense) registra una crescita del 15% dei nuovi casi, mentre in California (15% del Pil statunitense) i contagi sono aumentati del 20%. Si tratta di trend preoccupanti, che ci inducono a monitorare la situazione con particolare attenzione. Le ultime notizie sull’efficacia di un vaccino sono incoraggianti, e la reazione dei mercati è stata rapida. Queste notizie, unite alle dinamiche post-elettorali, hanno indotto gli investitori a cominciare a scontare significativamente i fattori di supporto a medio termine. Tuttavia, la possibile delusione degli investitori in caso di stallo sulle ulteriori misure di stimolo fiscale, o per eventuali ostacoli al dispiegamento di un vaccino in un contesto di continua crescita dei contagi, potrebbe far affiorare alcune fragilità del mercato.

Comportamento Della Strategia

L’attenuazione del rischio politico negli Stati Uniti fa uscire di scena un importante fattore di rischio e crea un contesto favorevole nel medio termine. Le notizie positive sul fronte del vaccino sono incoraggianti, ma i movimenti significativi e repentini dei prezzi potrebbero deludere gli investitori in un contesto in cui i contagi continuano a registrare un forte incremento sia in Europa che negli Stati Uniti.

Nowcaster Unigestion

Nowcaster Crescita mondiale

Nowcaster Crescita mondiale

Nowcaster Stress dei mercati

Nowcaster Stress dei mercati

Nowcaster Inflazione mondiale

Nowcaster Inflazione mondiale

Variazione settimanale

  • Il nostro Nowcaster sulla crescita mondiale ha subito una flessione la scorsa settimana, principalmente a causa della debolezza dei dati economici negli Stati Uniti e in Giappone. Tuttavia, i dati economici hanno registrato un diffuso miglioramento in Europa.
  • Anche il nostro Nowcaster sull’inflazione mondiale è diminuito, principalmente a causa del crollo dei dati europei. Nel complesso, il rischio di inflazione non è al momento significativo.
  • La scorsa settimana, il nostro Nowcaster sullo stress dei mercati ha subito una flessione, sulla scia del calo della volatilità e della contrazione degli spread di credito.

Fonti: Unigestion. Bloomberg, al 6 novembre 2020.


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